Dopo un incidente Luigi si reca presso la sua agenzia di assicurazione per denunciare l’accaduto ed ottenere il giusto risarcimento del danno subito. In molti casi, l’agente di fiducia, ben istruito dalla compagnia per la quale lavora potrebbe proporgli l’indennizzo diretto per mirare alla gestione completa del danno. La prospettiva che viene consigliata a Luigi è quella di evitare l’iter giuridico tradizionale che comporterebbe il coinvolgimento di un professionista esterno. Perché rivolgersi ad un avvocato quando Luigi può affidarsi al suo assicuratore di fiducia, semplificando una serie di procedure?
Il risarcimento diretto difende il cliente o tutela l’assicurazione?
Luigi si fida, si sente come a casa e sopratutto consigliato per il meglio, pensando ai benefici immediati in termini di tempi e snellimento delle pratiche. Il nostro amico non ha però considerato un aspetto molto importante, spesso non troppo chiaro alla gran parte degli utenti; perché quello che a lui sembra una prospettiva vantaggiosa è in realtà una trappola economica senza alcun vantaggio reale.
L’assicuratore di fiducia è il giusto intermediario per ottenere un equo risarcimento?
Fermiamoci un attimo a pensare insieme a lui: l’assicuratore di fiducia che ha proposto l’indennizzo diretto con gestione totale del danno, si propone di fatto come unico intermediario tra chi ha subito il danno e la compagnia di assicurazione per cui lavora, ovvero, in termini più diretti è protagonista di un flagrante conflitto di interessi.
Come mai in una circostanza come questa l’agenzia debitrice dovrebbe fare l’interesse del creditore?
La prima cosa che è importante sottolineare è che la persona a cui si è rivolta Luigi, non è un “consulente”, ma un “agente” a cui viene destinata una provvigione sulle polizze, ma non solo, questo margine di guadagno può salire di molto in base al cosiddetto “costo sinistro a premio”, che in parole povere determina l’aumento della percentuale a lui destinata se riuscirà a mettere nel paniere più polizze possibili con la valutazione di risarcimento più bassa rispetto a quella stimata.
Che scenario si prefigura quindi per il danneggiato? Vediamo insieme i punti principali
– L’agente è in flagrante conflitto di interessi, ovvero si propone come unico intermediario tra il danneggiato e la compagnia di assicurazione, ma lo fa chiaramente per ragioni economiche, legate alle provvigioni che potrebbe ottenere, oltre a quelle stabilite
– L’agente sconsiglierà di rivolgersi ad un avvocato, perchè un professionista esterno farà sempre l’interesse del danneggiato, e per la compagnia di assicurazione questo rappresenta un ostacolo in termini economici
– Per ottenere una provvigione più alta, l’agente farà di tutto affinchè il danneggiato possa riscuotere il meno possibile
– L’agente non consiglierà mai al danneggiato di fare ulteriori accertamenti, di aumentare le terapie, di affrontare delle cure, perchè questo potrebbe diminuire di molto il suo guadagno in termini provvigionali
In conclusione: l’indennizzo diretto è a tutele delle compagnie di assicurazione
Se Luigi facesse questa riflessione insieme a noi, capirebbe quali e quanti svantaggi potrebbe subire da una scelta del genere, perchè se per piccole cifre, far sbrigare tutto al proprio agente, potrebbe avere un significato in termini di rapporto tra costo e servizio, per somme di una certa importanza lo scenario cambia completamente ed è quello che vi abbiamo appena descritto; Luigi dovrebbe ricordarsi che a fronte di un risarcimento di una decina di migliaia di euro, la compagnia non valuterà se il danneggiato è cliente da anni, se ha maturato una serie di premi, perchè con l’indennizzo diretto la compagnia punterà a fare i propri interessi.