Oggi vi parliamo di un tipo di incidente che non coinvolge le insidie stradali e il cui scenario si svolge nell’ambito della responsabilità professionale. Non si tratta di un infortunio sul lavoro vero e proprio, perchè coinvolge direttamente due aziende, una delle quali svolge attività edile in modo affrettato, causando un danno dovuto ad improvvisa perturbazione; danno che avrebbe potuto essere evitato se il lavoro fosse stato concluso in modo corretto.
La responsabilità professionale si verifica quando tra atto ed evento c’è un nesso di causalità
Giorgio è il titolare di un’azienda artigiana che produce fustelle; i suoi macchinari risiedono in un capannone che ha bisogno di una riqualificazione della copertura con impianti fotovoltaici. Per questo motivo si rivolge ad un’impresa costruttrice per i lavori da svolgere sul tetto. La ditta in questione non finisce regolarmente il lavoro lasciando scoperta una parte del tetto che era stato temporaneamente smantellato per i lavori, configurando quindi lo scenario di un’attività edile svolta in modo non corretto. Durante il fine settimana si scatena una perturbazione con abbondanti pioggie e queste infiltrano dal tetto semiscoperto danneggiando parte dei macchinari e delle attrezzature utili al lavoro dell’azienda artigiana, rendendole così inutilizzabili.
I periti delle assicurazioni quasi sempre propongono offerte inferiori alla metà del danno subito
L’impresa costruttrice responsabile del danno manda sul posto il perito dell’assicurazione che li segue e dopo una stima propone un’offerta inaccettabile, inferiore alla metà dei danni subiti.
In questo caso, anche se la valutazione del materiale era documentabile e non poneva alcun dubbio a riguardo, proprio perché, fatture alla mano, si trattava di attrezzature praticamente nuove, il perito ha cercato di dimostrare che nonostante i danni i macchinari in acciaio potevano essere rivenduti sul mercato consentendo alla ditta di acquisire una parte della cifra perduta; giusto per fare un esempio, se attraverso le fatture di acquisto, il materiale poteva essere valutato intorno ai 20.000 euro, il perito dell’assicurazione della ditta costruttrice la cui negligenza aveva causato il danno, ne detraeva 10.000 come stima di un’eventuale e possibile rivendita sul mercato. Ovviamente i danni subiti dalle attrezzature non avrebbero consentito un’operazione del genere, risultando invendibili, e per dimostrare questo Giorgio si è rivolto a noi, sottoponendoci tutta la problematica.
Infortunistica nova cerca sempre di agire quando possibile, in sede stragiudiziale
Il nostro primo intervento è una richiesta danni di tipo stragiudiziale, in seguito alla perizia del nostro perito di fiducia che realizza un’analisi più precisa includendo anche il ricondizionamento del macchinario, i danni subiti dal tetto e altri danni collaterali. Ma l’aspetto più importante è che insieme a lui abbiamo messo insieme la documentazione necessaria che potesse provare l’invendibilità dei materiali. La prima testimonianza prodotta è quella a cura della ditta produttrice delle attrezzature, che dichiara la non utilizzabilità delle attrezzature per lo scopo finale per cui erano state fabbricate; oltre a questo ci siamo rivolti a numerosi commercianti di settore che hanno confermato la valutazione della ditta produttrice. Con questa documentazione e la perizia di parte abbiamo fatto valere le richieste di risarcimento di Giorgio affidandoci ad uno strumento ulteriore che oltrepassa in parte il confine stragiudiziale.
L’accertamento tecnico preventivo ai fini conciliativi consente al tribunale di incaricare una figura super partes
Lo strumento a cui ci riferiamo si chiama ATP ovvero accertamento tecnico preventivo ai fini conciliativi, proprio perché nel nostro caso il problema da risolvere non era nell’ambito della responsabilità, ma della quantità. Con l’ATP il tribunale incarica una figura imparziale chiamata CTU che riunisce un collegio dove insieme a lui partecipa il nostro perito e quello dell’assicurazione. Nel nostro caso, dopo aver riunito il collegio, la figura super partes (il CTU) da ragione alle nostre istanze e a quelle di Giorgio consentendoci di ottenere il pieno risarcimento.
Il successo di un caso preso in carico da Infortunistica Nova consente di offrire un servizio gratuito
Come avevamo già accennato nel caso di Antoneta, la ragazza Rumena che aveva avuto un grave incidente sulle striscie, Infortunistica nova offre un servizio gratuito al cliente, inclusi gli onorari di tutti i professionisti, come per la responsabilità civile terzi. Anche in questo caso, dopo aver concluso il caso con successo, il cliente non ha dovuto pagare nessuna spesa, e il pagamento degli onorari, ovviamente, non ha intaccato l’ammontare del risarcimento dovuto.