La recente sentenza della cassazione numero 16408/2017 rappresenta un importante precedente in termini di inquinamento acustico perché riconosce lo stress psico-fisico causato da rumori e musica come un danno di fatto risarcibile.
La musica ad alto volume in orario notturno può compromettere la qualità della vita
Nella sentenza in oggetto, due coniugi vivono in un appartamento sopra un bar aperto fino a tarda notte. Le attività dello stesso si svolgono regolarmente tra avventori chiassosi e musica ad alto volume impedendo alla coppia un corretto svolgimento delle proprie attività quotidiane. Inoltre l’orario di apertura dell’attività, dalle 22 alle 6 del mattino, rappresenta un caso di inquinamento acustico nonstop che non può passare inosservato.
Con una ricca documentazione clinica dei danni psicofisici da inquinamento acustico si può ottenere il giusto risarcimento del danno
Ai proprietari del bar e alla loro società è stato imposto il pagamento di un risarcimento in denaro (10.000 euro per il marito e ben 20.000 per la moglie).
A supporto delle loro condizioni è stata prodotta un’ampia documentazione clinica che attesta, sopratutto nel caso della donna, una condizione di grave stress psicofisico (patologia ansioso-depressiva) causata dalla prolungata esposizione ai rumori notturni