Non tutti sono fortunati come il monsignor Ascanio La Costa. L’alto prelato interpretato da un irresistibile Alberto Sordi nell’episodio diretto da Luigi Comencini per il film collettivo “Quelle Strane occasioni“, rimane chiuso in ascensore con la bella e discinta Donatella, interpretata da una verace Stefania Sandrelli, riccia e capricciosa.
Un giorno intero chiusi nello stretto abitacolo, tra pic-nic improvvisati, strip-tease funzionali e un po’ di sano e allusivo erotismo.
Eppure proprio Donatella, i cui programmi prevedevano un week end al mare con il fidanzato, ormai irrimediabilmente saltato, ci spinge a riflettere su cosa sarebbe accaduto se gli impegni inderogabili fossero stati quelli legati all’attività lavorativa o a questioni riguardanti la salute.
Se l’ascensore si blocca, la responsabilità principale è del condominio
Cosa accade insomma se l’ascensore si blocca improvvisamente, tenendoti in gabbia per diverse ore, così da compromettere appuntamenti importanti, impegni di lavoro e altre occorrenze che caratterizzano la nostra, frenetica vita?
Alcune sentenze del tribunale parlano chiaro. Il responsabile a cui chiedere eventuale risarcimento è il condominio e non l’azienda tenuta al mantenimento dell’ascensore. Questo perché è il condominio che ha l’incarico di custodia. Fa eccezione ovviamente il caso in cui l’utente o un insieme di utenti contravvengano alle regole di portata dell’ascensore stesso, per esempio entrando in gruppo di dieci e violando di fatto i limiti di peso indicati.
Non è il caso del Monsignore e di Donatella, nella nostra ipotesi di fantasia ispirata dal film di Comencini, non è il caso di tanti altri casi che Studio Nova infortunistica ha esaminato con successo dove la condotta dell’utente non rappresentava un problema.
Immaginatevi di entrare in coppia e di trovarvi improvvisamente bloccati tra il terzo e il quarto piano, senza possibilità di scendere o di salire e con il muro davanti alle porte dell’ascensore.
Immaginatevi di rimanerci per due, tre, quattro ore prima dell’intervento salvifico dei vigili del fuoco.
Se rimani bloccato in ascensore è il condominio che deve risarcire i danni materiali e morali
Secondo il codice civile, persone, società, individui e collettività sono responsabili delle cosidette cose comuni che sono sotto la propria tutela. Non fa eccezione il condominio, tenuto quindi a risarcire danni procurati a terze persone. Ovviamente se causa effettiva del danno risulti dipendere da una pessima conservazione dell’impianto, sarà cura del condominio rifarsi contro la società che ha in appalto la manutenzione dei dispositivi.
Come in tutti i casi simili in cui si parla di danno materiale che influisce sul corretto svolgimento della propria attività, è necessario quindi provare il nesso tra l’evento dell’ascensore bloccato e i danni effettivi e conseguenti subiti.
Più complessa la questione legata al danno morale, perché è necessario dimostrare che siano in essere alcune questioni specifiche, tra cui danni psicologici derivati per esempio da patologie specifiche e connesse al caso in esame, come la claustrofobia, oppure questioni più drammatiche come una chance fondamentale per ottenere un posto di lavoro, irrimediabilmente persa a causa del tempo in cui si è rimasti intrappolati nell’abitacolo, magari senza Stefania Sandrelli a farci compagnia.