Laura Fadda, giudice di Ivrea, ha riconosciuto che l’uso prolungato del cellulare senza appositi accorgimenti, quali per esempio l’applicazione di un auricolare con filo, può provocare un tumore. La sentenza che ha condannato l’Inail al risarcimento di un lavoratore Torinese, ex dipendente Telecom, riconosce quindi il nesso di causalità tra l’utilizzo del telefonino e l’insorgenza di un tumore.
Il tribunale di Ivrea ha riconosciuto per la prima volta l’effetto oncogeno delle onde elettromagnetiche dei cellulari
Con il nesso di causalità di cui parlavamo si crea quindi un primo precedente che conferma l’effetto tumorale delle onde elettromagnetiche emesse dai cellulari, configurando il quadro di una vera e propria malattia professionale se non affrontata con i dovuti accorgimenti e tutta l’informazione del caso. Il lavoratore Telecom era stato infatti costretto a utilizzare il telefono in condizioni precarie di segnale dalle due alle sette ore al giorno, senza alcuna forma di protezione preventiva. L’utilizzo frequente dell’apparecchio con la parte destra della testa, combacia con l’insorgere di un tumore nella stessa posizione che causerà l’asportazione di tutto il nervo acustico e la conseguente perdita dell’intero orecchio destro. La sentenza ha stabilito un danno biologico permanente del 23 per cento, condannando l’Inail a versare un vitalizio di circa 500 euro al mese a favore del lavoratore torinese.
Cordless e telefoni mobili in genere sono più pericolosi quando il segnale dalla centrale è debole
Angelo Gino Levis, ordinario di mutagenesi ambientale all’Università di Padova, è uno dei consulenti legali del tribunale di Ivrea che ha seguito il caso del lavoratore Torinese. Secondo Levis il rischio più alto lo corrono le persone che hanno usato telefoni mobili di vario tipo, dai cellulari ai cordless dove il segnale emesso dalla centrale è debole, lontano o schermato da ostacoli di varia natura, questo perché in tutti questi casi viene impedita la diffusione all’esterno delle radiazioni prodotte dal telefono. È proprio con un segnale debole dalla centrale che il cellulare emette un segnale fino a 100 volte più potente rispetto a condizioni ottimali di trasmissione.
Prevenzione, proposte di legge e dati scientifici sul nesso causa-effetto tra utilizzo del cellulare e insorgenza di tumori
Già nel 2013 alcune associazioni come la American Academy of pediatricians lanciava l’allarme per tutelare proprio i più piccoli dalle onde elettromagnetiche lanciando una proposta di legge che con apposite avvertenze potesse illustrare i rischi per la salute derivanti dall’utilizzo dei telefoni mobili. Dopo il caso del lavoratore torinese ci sono alcune proposte per spingere il parlamento a discutere una legge che diffonda informazione preventiva sull’utilizzo corretto dei telefoni mobili. Contemporaneamente il mondo medico non si pronuncia perché non ci sono dati scientifici sufficienti per poter parlare di un vero e proprio nesso causa-effetto che l’utilizzo del cellulare aumenti le possibilità di insorgenza del cancro. Nonostante la prudenza, i consigli preventivi sono gli stessi: usare il cellulare il meno possibile e servirsi di auricolare per attenuare l’effetto delle onde elettromagnetiche.